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“Un giudice obiettivo è un ideale, forse perfino un’illusione”

Dipinto: giudice con toga e parrucca
Come devono essere scelti i giudici? In base all'affiliazione partitica o tramite un sorteggio? Heritage-Images / The Print Collector / akg-images

​​​​​​​Un’iniziativa popolare propone che i giudici federali in Svizzera siano scelti con un sistema di estrazione a sorte. Abbiamo discusso di questa proposta e dell’attuale (e controverso) sistema di elezione con lo storico e giurista Lorenz Langer.

Questo articolo fa parte di #DearDemocracy, la piattaforma di swissinfo.ch sulla democrazia diretta. Qui, oltre a giornalisti interni della redazione, si esprimono anche autori esterni. Le loro posizioni non corrispondono necessariamente a quelle di swissinfo.ch.

swissinfo.ch: Perché la Svizzera ha cominciato a tenere in considerazione l’appartenenza partitica per l’assegnazione di funzioni giuridiche importanti, nonostante questo non sia previsto dalla legge?

Lorenz Langer: La domanda fondamentale è la seguente: la giustizia necessita di una certa legittimazione democratica oppure la giurisprudenza è puramente tecnocratica, e dovrebbe essere completamente estranea alla politica?  In Svizzera si è arrivati alla conclusione che un legame con la politica esiste e forse deve anche essere espresso. 

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swissinfo.ch: Si è dunque voluto che diverse opinioni fossero rappresentate dai giudici? 

LL: Esatto. In una certa misura i giudici dovrebbero rappresentare lo spettro politico.

swissinfo.ch: I promotori dell’iniziativa vorrebbero cancellare ciò -perlomeno a livello federale – e designare i giudici tramite un sorteggio. Lei ritiene che sarebbe più giusto?

LL: Cosa significa “giusto”? L’idea del sorteggio mi ha sorpreso un po’, a dire il vero. Il problema principale della proposta, a mio modo di vedere, è che l’ammissione al sorteggio per la posizione di giudice federale deve essere fatta secondo “criteri oggettivi di idoneità professionale e personale”. Sarei naturalmente molto contento se qualcuno potesse dirmi quali sono questi “criteri oggettivi”. Secondo me, il problema è stato solo spostato di un gradino.

swissinfo.ch: In altre parole tutto il potere sarebbe nelle mani della commissione di esperti incaricata di scegliere i candidati idonei per essere inseriti nella lista di sorteggio. Non ci sarebbero garanzie che la decisione sia giusta.  

LL: Sì. Ma ancora una volta, cosa vuol dire giusta? Sarebbe forse meno rappresentativa. Esiste il rischio che in seno a un tale gruppo dominino determinate classi sociali, visioni politiche, e background educativi, mentre altri invece manchino.

swissinfo.ch: Quindi il sistema attuale garantisce meglio che non ci sia un solo tipo di giudice, ma una certa varietà?

LL.: Sì. Il fatto è che anche giudici hanno opinioni politiche. Che lo dichiarino apertamente o meno. Sono sempre scettico quando i giuristi dicono che si decide in base a criteri oggettivi. Un giudice obiettivo è un ideale…

swissinfo.ch: Un’illusione?

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Giudici al guinzaglio dei partiti

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L.L.: (ride) Ora ho detto Ideale, ma sì, forse un’illusione. Magari il sistema attuale non permette sempre di avere i migliori professori tra le fila dei giudici, ma assicura la copertura di un ampio spettro di vedute. Degli studi hanno mostrato che in Inghilterra, ad esempio, i giudici tendono a essere uomini, bianchi e conservatori, cosa che non rispecchia per niente la società. E lì i giudici sono scelti da una commissione di esperti. Credo che la cooptazioneCollegamento esterno, l’auto-integrazione da parte dei giudici, sia piuttosto problematica.  

swissinfo.ch: Tuttavia i promotori dell’iniziativa denunciano il “nepotismo” del parlamento per l’elezione dei giudici. 

LL: Questo rischio c’è, naturalmente. E si ha anche l’impressione che le procedure in seno alla commissione giudiziaria non siano molto trasparenti. Mi sembra che ci sia relativamente molta informalità. A volte è evidente parecchio tempo in anticipo chi verrà ritenuto adatto alla funzione. La domanda da porsi è semplice: esiste un sistema dove cose simili non accadono?

swissinfo.ch Secondo i promotori dell’iniziativa la situazione è grave al punto da poter dire che l’assenza di indipendenza dei giudici è uno dei problemi centrali della nostra democrazia. 

Nelle classifiche internazionali di indipendenza giudiziaria, la Svizzera si posiziona sempre tra i primi quattro o cinque paesi. In teoria, i problemi citati finora esistono, questo è chiaro. Ma ci si deve domandare se si vogliono fare congetture sulla sola teoria o se si vuole anche guardare in modo empirico come le cose sono funzionate finora. 

swissinfo.ch: Ho un esempio concreto: due anni fa il parlamento non ha sostenuto la rielezione di un giudice, come “punizione” per un verdetto impopolare che questi aveva emesso.

LL: Questo rischio esiste, sì. Credo che ci si possa permettere un’azione del genere solo se si è certi che non abbia conseguenze. C’è stato un solo caso in cui un giudice federale non è stato confermato, nel 1990. Questo tipo di problemi non ha a che fare direttamente con i legami di partito, quanto con la durata dell’incarico. Ma i promotori dell’iniziativa vogliono modificare anche questo. I giudici dovrebbero rimanere in carica fino alla pensione. 

Alte Römer
L’ingiusta condanna della vestale Cornelia da parte dell’imperatore romano Domiziano. akg-images

swissinfo.ch: Questo non darebbe troppo potere alle singole persone?

LL: Sì, le conseguenze si vedono per esempio nella Corte suprema statunitense. C’è una forte politicizzazione prima dell’elezione. Se qualcuno è giudice così a lungo, si vuole fare in modo che la persona scelta corrisponda alle proprie preferenze. L’esempio degli Stati Uniti mostra anche che questo alla fine non è possibile, perché l’atteggiamento di alcuni giudici col tempo cambia. In questo caso si pone effettivamente la questione di sapere se alla magistratura non si debba chiedere un certo obbligo di rendere dei conti da un punto di vista democratico. Soprattutto se si considera che i giudici decidono sempre più spesso su questioni politiche.

swissinfo: È possibile evitare questo sviluppo e fare in modo che le questioni politiche rimangano esclusivamente nelle mani del legislativo? O questo non è auspicabile?

LL: Dipende dalla questione. La giustizia può dare alle minoranze una protezione che la politica non può offrire. Quando tutto è regolato dal voto della maggioranza, le minoranze sono schiacciate. 
Da questo punto di vista, non è uno sviluppo negativo per i diritti fondamentali e dei diritti delle minoranze…

swissinfo.ch: Ma?

LL: Ma esiste un certo potenziale di conflitto. I giudici hanno delle grandi responsabilità nel lasciare certe questioni aperte o nel dire che qualcosa è una questione politica. La Corte europea dei diritti umani è un esempio di questi conflitti. In alcuni casi si trattiene e dice: “Lasciamo la decisione agli Stati membri”, in altri casi interviene relativamente in profondità nelle questioni sociali. 

swissinfo.ch: Questo non è quasi per niente democratico, dato che sono solo da tre a cinque giudici che decidono da soli.

LL: È vero. Ed è simile a livello nazionale. Per questo un Tribunale può decidere con una maggiore legittimità democratica quando è eletto dal Parlamento o dal popolo. Proprio per questa tendenza di giuridicizzare delle questioni politiche, trovo che sia importante.  

“Iniziativa sulla giustizia”

L’iniziativa popolare federale ‘Per la designazione dei giudici federali mediante sorteggio (Iniziativa sulla giustizia)’ esige che i giudici del Tribunale federale (la corte suprema svizzera) siano designati a sorte e che le lingue ufficiali siano rappresentate in modo adeguato. 

Secondo l’iniziativa, l’ammissione al sorteggio dovrebbe basarsi esclusivamente su criteri oggettivi di idoneità professionale e personale per la funzione. Una commissione di esperti sarebbe incaricata di valutare chi è idoneo. 

Il testo vuole anche che i giudici rimangano in carica fino a cinque anni dopo l’età ordinaria di pensionamento. 

Traduzione dal tedesco, Zeno Zoccatelli

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