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Esperti: da USA niente caccia fisco dopo accordo doppia imposizione

Nessun grande cambiamento per i contribuenti svizzeri e americani con l'accordo di doppia imposizione Keystone/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) La convenzione per evitare le doppie imposizioni (CDI) con la Svizzera ratificata ieri dal Senato degli Stati Uniti non dovrebbe cambiare granché per i contribuenti di entrambi i paesi.

Inoltre dovrebbe aprire la via a ulteriori negoziati per eliminare gli svantaggi fiscali per le imprese elvetiche. È quanto ritengono alcuni esperti svizzeri.

L’accordo consente comunque al fisco a stelle e strisce di richiedere informazioni che risalgono fino al 23 settembre del 2009, dice all’agenzia Keystone-ATS il professore di diritto fiscale Xavier Oberson, che proprio nel 2009 aveva partecipato ai negoziati per rinnovare la CDI in vigore dal 1996.

Inoltre saranno consentite anche le “richieste di gruppo” per i casi di evasione fiscale per fatti avvenuti a partire dal 30 giugno 2014, come nei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Esse riguardano categorie di comportamenti che fanno presumere l’intenzione dei contribuenti “recalcitranti” di nascondere al fisco patrimoni e attività detenute irregolarmente.

Per gli svizzeri che vivono negli Stati Uniti o per gli americani che stanno in Svizzera, il nuovo protocollo non modifica i loro obblighi fiscali. “Tuttavia, devono essere consapevoli che le loro informazioni possono essere trasmesse alle autorità fiscali statunitensi”, avverte Xavier Oberson.

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