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Public Eye: appello ad aziende che si riforniscono in Bangladesh

Public Eye chiede alle imprese svizzere Migros, Coop, Manor, Chicorée, Mammut e Zebra di impegnarsi maggiormente per garantire la protezione degli operai tessili nel Bangladesh (foto d'archivio) Keystone/AP/A.M. AHAD sda-ats

(Keystone-ATS) L’organizzazione non governativa Public Eye, già Dichiarazione di Berna, chiede alle imprese svizzere Migros, Coop, Manor, Chicorée, Mammut e Zebra di impegnarsi maggiormente per garantire la protezione degli operai tessili nel Bangladesh.

La ong ha scritto loro una lettera aperta, esortandole a firmare l’accordo sulla sicurezza degli stabili.

La richiesta giunge a cinque anni dal dramma del Rana Plaza, il complesso aziendale alla periferia di Dacca, in Bangladesh, crollato il 24 aprile 2013 a causa di un cedimento strutturale. La disgrazia era costata la vita a 1138 persone (oltre 2000 i feriti), per la maggior parte operai e operai tessili impiegati in diversi laboratori che producevano per grandi marchi della moda internazionale.

Successivamente è stato raggiunto un accordo, definito “pionieristico”, per migliorare la sicurezza degli stabili, firmato da 145 imprese internazionali, rammenta Public Eye in una nota diramata oggi. Secondo la ong terzomondista con sede a Losanna, finora soltanto l’impresa di moda giovanile con sede a Basilea Tally Weijl ha sottoscritto il documento. Le altre hanno “preferito puntare su misure volontarie piuttosto che su un programma settoriale e giuridicamente vincolate”.

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